

Il sistema di welfare italiano non riesce più a rispondere in modo efficace al rinnovamento della nostra società e a comprenderne i relativi bisogni, sempre più multi problematici e complessi. La crisi economico-finanziaria ha generato negli anni un impoverimento materiale e di prospettive di ampie fasce di popolazione – pensiamo al fenomeno delle nuove povertà, alla difficile condizione dei giovani e delle donne – determinando importanti conseguenze sul piano culturale e sociale, e indebolendo legami e relazioni fra cittadini. Sono inoltre di forte impatto le influenti trasformazioni sociali e demografiche di medio-lungo periodo che necessitano di essere governate senza ulteriori ritardi, in particolare: l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento della struttura della famiglia, il multiculturalismo e la disoccupazione e l’emigrazione giovanile.
Occorre il potenziamento delle esperienze di programmazione territoriale realmente partecipate, delle progettualità del terzo settore e delle attivazioni dirette dei cittadini: per costruire questi nuovi processi sono necessarie le collaborazioni fra più soggetti portatori di interessi, di risorse e domande di cambiamento.
La Cooperativa di Comunità è la risposta più efficace e concreta alla rassegnazione e alla disaffezione verso il bene comune perché affianca nuovi sistemi di welfare comunitario alla tradizionale erogazione di servizi al fine di coltivare i talenti, stringere legami, includere gli emarginati, contrastare la paura, sempre matrice di divisione e mai generatrice di umanità, e creare una rete di protezione sociale che non strumentalizzi, ma consideri i volti dei deboli e dei più poveri.