Che cercate?
Le domande nella Scrittura
a cura di don Salvatore Tardio

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio
È probabile che anche per noi la vita di discepoli funzioni esattamente come nella dinamica di questo racconto straordinario del Vangelo di Giovanni.
Per tutti c’è un profeta, una guida, un maestro, un testimone (sperando che non siano stati falsi profeti, guide cieche, cattivi maestri, testimoni per sentito dire) che con parole audaci e credibili ci ha messo in cammino senza sapere bene dove andare, chi seguire e che fare.
Qualche volta questa fase, che io chiamo di discepolato senza sequela,può durare molto a lungo. Si è dentro cammini di vita senza sapere bene chi stiamo seguendo /inseguendo… Arriva poi il tempo della domanda scomoda che nasce dall’incrocio di sguardi penetranti che ti mettono a nudo: «che cercate?».
Questa domanda ferma il cammino, ti costringe a rientrare in te stesso e a fare il punto della situazione. Tutti noi siamo dentro percorsi di vita come dentro un fiume che scorre … senza grande consapevolezza.
Quando siamo raggiunti da questa domanda si apre dentro di noi il pozzo profondo dove ricercare il senso delle cose che facciamo, i perché sepolti sotto la coltre dei fatti, i desideri più autentici.
A questo punto il discepolato diventa anche sequela.
Che cosa sto cercando? Non è facile rispondere a bruciapelo a questo interrogativo. Il più che possiamo fare è rispondere come i due discepoli del Vangelo con un’altra domanda che cela il desiderio autentico: fare casa!
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